A cinque anni dalla scomparsa, Ttattà Go ricorda la straordinaria marciatrice Gioiosana, lo scricciolo d’oro, Annarita Sidoti.

Raccontare la storia della campionessa siciliana, la papuzzedda alta un metro e cinquanta che nella sua carriera vinse tutto, ci offre l’occasione di ricordare come anche nelle situazioni più difficili e nonostante le condizioni siano delle più sfavorevoli, tenacia e determinazione possono aiutarci a raggiungere ogni nostro obiettivo, tagliare qualsiasi traguardo.

Quella di Annarita è “una storia semplice” di straordinaria grandezza, scritta prepotentemente, passo dopo passo, dalla stessa protagonista destinata a sventolare il tricolore sul tetto del mondo.

Considerata ancora oggi una leggenda sportiva a livello internazionale, l’atleta siciliana stravolse le leggi fisiche della disciplina di cui divenne icona del suo tempo. Possedeva una grande capacità di competere sotto pressione. Il fisico non adatto alla marcia non costituì mai un ostacolo nella sua scalata al podio olimpico.

Chi ha avuto la fortuna di assistere a quel piccolo miracolo siciliano, difficilmente dimenticherà l’immagine della piccola Annarita Sidoti tagliare il traguardo ai Mondiali di Atene 1997 con le braccia levate al cielo, conquistando così la medaglia d’oro.

Una storia semplice è il titolo del docufilm realizzato nel 2016 da Goffredo d’Onofrio e Giuseppe Garau. Attraverso le testimonianze raccolte di chi ha avuto il privilegio di far parte della vita della campionessa siciliana, si delinea un personaggio estremamente vulcanico, affascinante, vera fonte d’ispirazione.

Studentessa e sportiva dall’inesauribile spirito di sacrificio e senso del dovere, moglie, madre e amica presente e protettiva, compagna di squadra esuberante e di travolgente simpatia. Per il grande pubblico Annarita era questo e molto di più.

Nata e cresciuta a San Giorgio di Gioiosa Marea, da sempre sotto l’ala del tecnico Salvatore Coletta, aveva trasformato il lungomare in un lungo palcoscenico, dove la si poteva ammirare macinare l’asfalto durante i suoi duri allenamenti di preparazione. Oggi in quel tratto di lungomare che porta il suo nome, si innalza un monumento che ne onora la memoria.

“La sconfitta non è definitiva fin quando tu non ti arrendi”, lo ripeteva sempre la piccola immensa Annarita Sidoti, anche durante gli ultimi anni della malattia, che ebbe la meglio sul suo corpo ma mai sulla sua mente, che resistette granitica fino all’ultimo respiro.

Lei ci ha lasciato in eredità una lezione più preziosa di qualsiasi medaglia, titolo o riconoscimento ottenuto sulle piste d’atletica.

Vivere è come marciare incontro ai nostri obiettivi. Percorrere con determinazione il tragitto che ci separa da essi, rappresenta la più grande vittoria.

Elena Favazzo

Photo tratta da http://www.unastoriasemplice.eu/